House of the Dragon – Siamo davvero tornati al medioevo?

House of the Dragon – Siamo davvero tornati al medioevo?

House of the Dragon – Siamo davvero tornati al medioevo?

“Siamo tornati al medioevo”. Frase abusata negli ultimi anni, per via della tendenza odierna di voler continuamente rimettere in discussione i diritti civili.

Sicuramente è un’affermazione che andrebbe verificata con un approfondimento, ma le opere di George R. R. Martin, dall’ambientazione fantasy medievale, sembrerebbero volerla confermare

Opere riproposte in TV dalla nuova serie House of the Dragon, tratta da quella che è, più o meno, la parte centrale del libro Fuoco e Sangue pubblicato nel 2018. 

La serie prequel de Il Trono di Spade propone ancor più le storie di vita moderna che l’autore sembrerebbe voler raccontare anche tramite il suo genere narrativo. In particolare, il tema principe sembrerebbe essere il difficile ruolo della donna nella società, trattato in tutte le sue sfaccettature.

Rhaenyra e il problema di successione

Gli eventi di House of the Dragon hanno inizio quasi duecento anni prima de Il Trono di Spade, e centosettantadue anni prima della nascita di Daenerys Targaryen. Tuttavia la serie si apre con un flashback del Gran Concilio di Harrenhal del 101 DC (Dopo la Conquista di Aegon), quanto “il vecchio re” Jaehaerys Targaryen mise nelle mani di ogni lord di Westeros il suo problema di successione.

Fino ad allora il Trono di Spade era sempre succeduto ai figli maschi della famiglia Targaryen, seguendo la linea di successione per data di nascita. Re Jaehaerys ne aveva due, ma entrambi morirono prima di lui. 

Secondo la linea di successione, l’eredità sarebbe dovuta passare al primogenito maschio dei suoi nipoti, ovvero Viserys, figlio di Baelor Targaryen, ma Rhaenys Targaryen intendeva far valere il fatto che l’eredità del Trono di Spade era inizialmente destinata a suo padre Aemon, fratello maggiore di Baelor, e non voleva essere scavalcata in quanto donna, così come non voleva che suo figlio Laenor venisse privato di tale eredità per via di sua madre.

Purtroppo per Rhaenys, il Gran Concilio di Harrenhal si concluse in favore di suo cugino Viserys. Il continente occidentale decretò di non volere una donna sul Trono di Spade.

fonte: pressroom.warnermedia.com

Ironia della sorte, House of the Dragon racconta di come il problema di successione abbia colpito anche Viserys. Padre di una sola figlia, Rhaenyra, e ossessionato dall’avere un figlio maschio che avrebbe ereditato la corona, il suo potenziale erede muore pochi istanti dopo la nascita, la quale ha anche causato la morte della regina per volontà di Viserys stesso (per il parto cesareo all’epoca non avevano l’anestesia). 

Visti i precedenti, senza un erede maschio la corona avrebbe rischiato di passare a Daemon Targaryen, supponente fratello minore di Viserys temuto per la sua crudeltà. 

Ma la derisione di Daemon nei confronti di Viserys dopo la morte di suo figlio, giunta all’orecchio del re per via del suo Primo Cavaliere che non voleva assolutamente Daemon come erede al trono, sono la goccia che fa traboccare il vaso.

Così Viserys trova il coraggio di fare ciò che non fece “il vecchio re”, designando Rhaenyra come futura regina. Sarebbe la prima volta per una donna di sedere sul Trono di Spade. 

Tuttavia i tempi non sembrano essere maturi per cambiare la decisione del reame nel Gran Concilio del 101, soprattutto dopo il secondo matrimonio di re Viserys e l’arrivo di un figlio maschio: Aegon II.

pressroom.warnermedia.com

Il libro Fuoco e Sangue dal quale questa serie è tratta non è un romanzo, bensì viene raccontato come fosse la storia dei re Targaryen redatta da un tale arcimaestro Gyldayn della Cittadella. 

Pur essendo solo il primo volume di questo resoconto, gli autori di House of the Dragon non avranno necessità di dover creare qualcosa da zero per le prossime stagioni della serie, al contrario di quanto avvenuto con le ultime deludenti stagioni de Il Trono di Spade, in quanto il racconto del periodo noto come “La Danza dei Draghi” è totalmente compreso in Fuoco e Sangue

Tuttavia è necessario dover, appunto, romanzare diversi eventi e personaggi, spesso anche i personaggi principali. 

Ad esempio, Paddy Considine da uno spessore maggiore al personaggio di Viserys, centrale nel racconto cartaceo ma ricordato per lo più per essere un re che si bea del suo regno pacifico; ben voluto ma sempre più riluttante ad attività come la caccia, i tornei, e persino cavalcare un drago dopo la morte di Balerion Il Terrore Nero (storico drago di Aegon il Conquistatore, del quale viene mostrato il suo teschio nella serie TV).

Allo stesso modo Matt Smith è perfetto nel ruolo di Daemon Targaryen, dalla presenza scenica all’interpretazione del ruolo che gli è stato affidato dagli sceneggiatori, i quali non si sono fatti scrupoli nel mostrare la superbia, l’ambizione e la crudeltà del personaggio. Daemon è l’elemento di spicco nelle puntate narrativamente più deboli, nonché il cambio di ritmo della narrazione in più occasioni. 

Ma a spiccare fra i due protagonisti di quanto narrato nel libro è sicuramente Rhaenyra, al punto che nemmeno Milly Alcock si sarebbe aspettata di essere la protagonista già nella prima metà della stagione, venendo poi sostituita da Emma D’Arcy per il ruolo di una Rhaenyra più adulta nella seconda metà.

pressroom.warnermedia.com

Pur essendo una principessa di un racconto fantasy medievale, Rhaenyra è l’emblema della donna moderna che vuole far sentire la propria voce, nonostante il tentativo di soppressione da parte degli uomini. 

Fin dal principio sembra seccata dall’essere la coppiera del re e vorrebbe partecipare alla vita politica durante i concili. Decide con saggezza e decisione, e non solo per piacere, di eleggere ser Criston Cole come membro della Guardia Reale, e risulta decisiva nel recuperare l’uovo di drago che suo zio Daemon aveva rubato per la sua amante lady Mysaria. 

Il personaggio di Rhaenyra viene anche esaltato dagli ostacoli che si ritrova ad affrontare: l’ossessione di suo padre nell’avere un figlio maschio (mai citata nel libro), la rabbia nei confronti di lui dopo la morte della madre (nel libro viene detto che è morta di parto, senza specificare come) e il disprezzo per l’essere usata come futura moglie di un lord importante dopo la nascita del suo fratellastro, sebbene re Viserys continuerà a confermare per tutta la vita la decisione presa su Rhaenyra come erede al Trono di Spade.

Emblematico il litigio tra Daemon e Viserys nella quarta puntata, quando il principe si difende dalle accuse del re, riguardanti l’aver spinto Rhaenyra a lasciarsi trasportare dalla lussuria, rammentando che all’età della principessa loro due avevano già visitato tutti i bordelli di Via della Seta. Viserys a sua volta risponde, con un’espressione mista tra rabbia e un sorriso e come se fosse un’ovvietà, che loro due potevano in quanto uomini.

A concludere tale evento vi è la chiusura della puntata stessa, nella quale viene consegnato a Rhaenyra una Tisana della Luna che dovrebbe funzionare da contraccettivo. La regia lascia pochi dubbi riguardo questa scena: gli uomini nobili possono tranquillamente avere figli bastardi sparsi per il reame, le nobildonne invece non devono assolutamente farlo.

fonte: pressroom.warnermedia.com

Eppure Rhaenyra avrebbe una figura femminile con la quale confrontarsi: Rhaenys, “la regina che non fu”, stimata moglie di Corlys Velaryon

Ella ha rinunciato da tempo alla pretesa dell’eredità di Jaehaerys Targaryen, al contrario di suo marito che cerca il modo di recuperarla per i loro figli ed i loro nipoti. 

Non un personaggio di spicco in questa prima stagione, ma l’interpretazione di Eve Best rende benissimo l’idea di una Rhaenys ormai abituata all’andamento della storia, che si limita a ridere amaramente del ripetersi degli eventi, ma non del tutto rassegnata.

Difatti, mentre in diversi momenti della stagione la si vede placare l’ambizione di suo marito, nella penultima puntata, dopo essersi ritrovata prigioniera ad Approdo del Re dove era ospite, dissente della proposta fatta dalla regina Alicent riguardante il convincere Rhaenyra a rinunciare all’eredità, e non si fa scrupoli a fuggire irrompendo nel Tempio Stellato in groppa al suo drago, minacciando il nuovo re usurpatore, la regina reggente e il Primo Cavaliere.

Alicent, la Regina Verde

Alicent Hightower, figlia del Primo Cavaliere ser Otto Hightower nonché amica d’infanzia di Rhaenyra, rappresenta l’altro aspetto della donna.

Colei che accetta passivamente il ruolo impostole dalla società, ma tenendo stretti a sé i benefici che ha comunque ottenuto, anche a costo di scatenare una guerra. 

Dov’è il dovere? Dov’è il sacrificio?

Dopo la morte della regina Aemma, Alicent viene spinta da suo padre a stare vicino al re, finché quest’ultimo non scioglie le riserve sul suo secondo matrimonio scegliendo proprio lei come sposa (un evento che poteva essere raccontato meglio).

Alicent è palesemente una pedina mossa dall’ambizione di suo padre, ed è sì rispettata dal re suo marito ma non oltre una certa soglia. Tuttavia ella accetta il suo ruolo di moglie, di madre, e il dovere verso il nome della sua famiglia, al punto da versare lacrime alla morte di Viserys finanche ammettendo di averlo amato.

La sua amicizia con Rhaenyra le impedisce di muovere una guerra, al contrario di suo padre che avrebbe voluto imprigionare se non addirittura uccidere la principessa per non ostacolare l’ascesa di Aegon II. 

C’è da dire comunque che l’autoconvinzione di Alicent per il suo ruolo è tale da non voler essere messa in discussione nemmeno dal pensiero opposto di Rhaenyra, al punto da essere contrariata quanto il re dall’atteggiamento libertino della principessa, finendo ad indagare e venendo a scoprire del rapporto sessuale avuto da quest’ultima con ser Criston Cole, e mostrandosi riluttante al voler chiudere gli occhi, come fatto da Viserys, dinanzi ai palesi figli illegittimi di Rhaenyra avuti con ser Harwin Strong e spacciati per figli di Laenor Velaryon.

Di nuovo emblematica è la quarta puntata, dove viene mostrata Rhaenyra trascinata dal vortice di lussuria nel quale è stata spinta da suo zio Daemon, e al contempo una Alicent chiamata in notte dal re nella sua stanza, per un rapporto sessuale al quale si concede pur mostrandosi disinteressata. 

Un’occasione per mostrare anche i limiti del rispetto di Viserys nei confronti della moglie, quando il re di fronte al disinteresse di Alicent chiede semplicemente di essere guardato in faccia durante l’atto sessuale. 

fonte: pressroom.warnermedia.com

Peccato non vedere l’espressione massima del poltronismo di Alicent descritto invece in Fuoco e Sangue, per via di un elemento di troppo presente nella serie TV. Difatti, sembrerebbe che Alicent faccia di tutto per eleggere suo figlio come nuovo re al posto di Rhaenyra a causa di un’interpretazione sbagliata delle ultime parole di Viserys che farfugliava sulla profezia di Aegon, la quale parla di un re Targaryen che deve difendere il reame dagli Estranei e dall’invasione dei non-decessi

L’unica volta in cui vengono minimamente accennati gli Estranei in tutte le oltre seicento pagine di Fuoco e Sangue, è quando la regina Alysanne Targaryen, moglie di re Jaehaerys, durante la sua visita al Nord prova a volare oltre la Barriera con il suo drago, chiedendosi come mai quest’ultimo per ben tre volte si rifiuti di superare il gigantesco muro. 

In poche parole, nel libro non viene citata alcuna profezia di Aegon, così come Viserys non ha alcuna malattia che lo deteriora negli anni, morendo semplicemente di vecchiaia (anche se aveva appena cinquantadue anni) e per la trascuratezza della sua salute. 

L’equivoco sulla profezia di Aegon, oltre a essere un movente debole, tende a giustificare Alicent. L’accusa di aver avvelenato Viserys è una palese calunnia agli occhi dello spettatore, mentre nel libro è una voce da poter tenere in considerazione. 

Alicent nelle ultime due puntate di House of the Dragon sembra quasi essere vittima degli eventi, mentre in Fuoco e Sangue ne è chiaramente l’artefice. 

Chissà come verranno sceneggiati gli eventi nella seconda stagione, quand’anche la morte di Lucerys Velaryon per mano del principe Aemond Targaryen viene mostrata come un incidente evitabile dovuto alla perdita di controllo dei draghi, mentre nel libro viene direttamente narrata come la volontà di Aemond di uccidere il cugino che gli aveva cavato un occhio in gioventù.

fonte: pressroom.warnermedia.com

House of the Dragon si prende molto più i suoi tempi per raccontare la storia rispetto a Il Trono di Spade, con intere puntate che sarebbero state evitabili, qualche scena di violenza e di sesso gratuita di troppo, una CGI dei draghi spesso non impeccabile, e qualche problema narrativo ed estetico dovuto allo split temporale presente due volte nel corso di questa prima stagione.

Tuttavia è abbastanza fedele al libro da cui è tratta, non sarà necessario inventare nulla per le stagioni successive, la necessità di romanzare la storia è ben riuscita anche nella maggior parte dei cambiamenti rispetto al racconto di Martin, e propone una morale più matura senza portare gli spettatori a creare tifoserie per le varie casate di Westeros, col rischio di ignorare gli elementi pop culturali.

Source link
di Dario Casale
www.2duerighe.com
2022-11-28 13:30:00 ,

Previous Condono edilizio a Ischia, che cos’è l’articolo 25- Corriere.it

Leave Your Comment